Allarme ICQRF, le riserve di olio evo potrebbero essere insufficienti
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Una segnalazione recente diffusa dall’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) sul portale
MASAF ha lanciato un avviso inquietante per il settore dell’olio di oliva italiano: le riserve di olio extravergine di oliva potrebbero essere insufficienti per la prossima stagione. Secondo i dati aggiornati al 30 aprile, si prospetta uno scenario che pone interrogativi sul futuro a breve termine del comparto.
Secondo il rapporto, attualmente sono depositate nei depositi italiani circa 163mila tonnellate di olio extravergine di oliva, con circa 112mila tonnellate di origine nazionale e il resto proveniente da altri paesi dell’UE (36mila) e da nazioni extra-UE (11mila). Questo dato rappresenta una riduzione del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche rispetto ai dati di marzo 2024, si nota una diminuzione del 9% nelle scorte di olio extravergine d’oliva.
Considerando un consumo mensile stimato di 32mila tonnellate, le riserve attuali potrebbero esaurirsi entro 4-5 mesi e sembrano non essere sufficienti per coprire il consumo fino alla prossima raccolta, che inizierà ad ottobre. La situazione critica non riguarda solo l’Italia, ma coinvolge anche altri principali produttori come la Spagna, che sta affrontando una crisi di produzione da due anni.
Le regioni dove è immagazzinato l’olio d’oliva italiano
Il rapporto ICQRF evidenzia che il 56% dell’olio d’oliva italiano è conservato nelle regioni del sud, con Puglia e Calabria che contribuiscono rispettivamente con il 39,7% e il 10% delle scorte nazionali. Altre regioni significative sono la Toscana (16% con 35.601 tonnellate), l’Umbria (10,4% con 23.319 tonnellate) e la Sicilia (6% con 13.356 tonnellate). Anche le riserve di olio con marchi DOP e IGP costituiscono una quota importante del mercato, rappresentando solo il 7,2% del totale. I marchi di qualità come IGP Toscano e Sicilia e le DOP Val di Mazara e Terra di Bari rappresentano il 75,7% delle scorte certificate.
La qualità dell’olio è un elemento chiave, non solo per il mercato interno ma anche per le esportazioni. L’olio extravergine italiano è rinomato in tutto il mondo, e la riduzione delle scorte potrebbe impattare negativamente sulla reputazione del prodotto italiano all’estero. La pressione per mantenere elevati standard di qualità potrebbe rappresentare una sfida più grande nei prossimi mesi.
In questa situazione, potrebbe essere necessario un aumento delle importazioni di olio extravergine da paesi confinanti come la Spagna. Tuttavia, anche la Spagna sta affrontando una crisi legata alle scorte, con riserve totali di olio d’oliva scese sotto le 600mila tonnellate alla fine di aprile 2024, di cui meno di 400mila tonnellate di extravergine.