Campagna olearia e necessità di trasparenza: la sfida del mercato dell’olio
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La recente campagna olearia ha messo in evidenza criticità significative, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, da sempre cuore pulsante della produzione olivicola nazionale. Secondo Giampaolo Sodano, presidente dei Mastri Oleari, questa situazione richiede un intervento legislativo per garantire maggiore chiarezza e tutelare i consumatori, consentendo loro di distinguere facilmente tra olio extravergine d’oliva industriale e artigianale sugli scaffali.
Olio industriale e olio artigianale: due realtà a confronto
Da un lato, l’olio extravergine di produzione industriale, spesso commercializzato da grandi marchi e private label, può provenire da olive italiane, comunitarie o extra UE. Dall’altro, l’olio artigianale si distingue per la cura e la dedizione impiegate nella sua produzione. Questo tipo di olio è realizzato con olive locali, garantendo proprietà sensoriali uniche e benefici nutrizionali superiori, rendendolo un prodotto di eccellenza del Made in Italy.
Come sottolinea Sodano, questa è stata un’annata caratterizzata da una produzione particolarmente bassa, ma di qualità buona o eccellente in alcune zone”. Tuttavia, una scarsa produzione aumenta il rischio di frodi. Già a partire da novembre, sono stati segnalati diversi casi di frodi legati all’olio d’oliva. L’Italia vanta sistemi di controllo efficaci e professionali, ma le frodi rimangono un fenomeno diffuso lungo tutta la filiera, dai frantoi agli esportatori. Questo tipo di crimine è spesso incentivato da sanzioni amministrative relativamente lievi rispetto alla gravità dell’illecito.
Esempi recenti includono il sequestro di 180 quintali di olio dichiarato extravergine ma di qualità inferiore, spacciato addirittura come biologico. Questi episodi sottolineano la necessità di una vigilanza costante e di pene più severe per contrastare un mercato nero che danneggia produttori onesti e consumatori.
Il contesto internazionale: la situazione in Spagna e Portogallo
Le difficoltà non si limitano all’Italia. Una ricerca dell’Università dell’Andalusia prevede la chiusura di 500 frantoi in Spagna nei prossimi dieci anni. Paesi come il Portogallo e la Spagna stanno vedendo una crescente concentrazione della produzione in pochi grandi impianti, spesso a scapito della qualità. Ad esempio, in Portogallo, solo 8 frantoi gestiscono il 46% della produzione totale. Questa dinamica mette sotto pressione i piccoli frantoi, riducendo la disponibilità di materia prima di alta qualità e aumentando il divario tra oli di diversa fascia. Non sorprende che l’olio italiano possa arrivare a costare 10 euro al litro, mentre quello spagnolo si vende a metà prezzo, con evidenti differenze qualitative.
La necessità di regole più chiare
Per proteggere il settore e garantire scelte consapevoli ai consumatori, è fondamentale un intervento normativo che distingua chiaramente i diversi tipi di olio. Ad esempio, servono etichette che evidenzino l’origine e le caratteristiche del prodotto, come previsto dall’articolo 1 della legge 9/2014, riconoscendo il frantoio oleario come unico produttore dell’olio.
La proposta di introdurre una dicitura specifica per l’olio extravergine artigianale potrebbe rappresentare una svolta. Questa etichetta dovrebbe includere dettagli sulle cultivar utilizzate, la provenienza delle olive e, ove possibile, la firma del mastro oleario. Una scelta di questo tipo garantirebbe un vantaggio competitivo al Made in Italy, rafforzando la percezione di qualità unica e irripetibile.
L’olio extravergine di oliva non è solo un alimento, ma un simbolo della tradizione e della cultura italiana. I benefici per la salute, dalla presenza di antiossidanti naturali alla capacità di prevenire malattie cardiovascolari, rendono questo prodotto un elemento essenziale della dieta mediterranea. Investire nella valorizzazione dell’olio artigianale non significa solo tutelare una tradizione, ma anche promuovere un modello sostenibile e di alta qualità, capace di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento e consapevole.
La crisi della campagna olearia rappresenta una sfida che può trasformarsi in un’opportunità. Attraverso regole chiare, controlli più rigorosi e una promozione adeguata dell’olio extravergine artigianale, l’Italia può riaffermare la sua leadership nel mercato globale, garantendo ai consumatori prodotti autentici e di eccellenza.