+30% per la produzione di olio di oliva piemontese nel 2023
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Molti potrebbero non esserne al corrente, ma il Piemonte non è soltanto rinomato per i suoi vini e le sue nocciole, ma vanta anche una fiorente produzione di ulivi. Questa novità sta guadagnando sempre più terreno nel panorama agricolo della regione, soprattutto nelle zone delle Langhe e del Monferrato.
L’olivicoltura piemontese occupa circa 350 ettari di terreno, con circa 300.000 piante in coltivazione. La produzione si attesta tra i 200 e i 300 ettolitri all’anno, registrando un incremento del 30% nel 2023 rispetto all’anno precedente.
A fornire questi dati è il Consorzio per la tutela dell’olio extra vergine di oliva del Piemonte, fondato nel 2007 e composto attualmente da una decina di membri. Questi rappresentano oltre la metà delle superfici coltivate a livello professionale e sono distribuiti in varie zone della regione, tra cui il Monferrato, le Langhe, il Saluzzese, il Pinerolese e la Collina torinese.
Attualmente, i produttori piemontesi stanno lavorando per ottenere l’Indicazione Geografica Protetta (IGP), un prestigioso riconoscimento di qualità che garantirebbe l’origine e la tipicità dell’olio piemontese.
L’incremento della produzione e l’impegno costante nella ricerca della qualità stanno attirando sempre più l’interesse del mercato internazionale, con opportunità di espansione soprattutto in Francia, negli Stati Uniti e in Giappone.
Le iniziative, l’interesse e il coinvolgimento di enti specializzati stanno crescendo: il Consorzio, in collaborazione con la Fondazione Agrion e il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, sta portando avanti un progetto per il recupero e la reintroduzione in produzione di “ecotipi o varietà locali di olivi piemontesi in grado di offrire prodotti con caratteristiche organolettiche e qualitative uniche”.
Inoltre, lo scorso maggio, sempre in collaborazione con lo stesso dipartimento universitario, è stato lanciato il “Corso di idoneità fisiologica all’assaggio di oli di oliva vergini ed extra vergini”.
Il presidente del Consorzio, Marco Giachino, ha spiegato che di fronte alla crescita sia in quantità che soprattutto in qualità dell’olio piemontese, si è ritenuto opportuno creare uno strumento che potesse sostenere la cultura dei sempre più numerosi appassionati e, soprattutto, supportare nello sviluppo di una competenza, quella dell’assaggiatore d’olio, sempre più richiesta e indispensabile, non solo nel settore della produzione, ma anche in quello della ristorazione e della distribuzione.