Sempre meno Olio EVO italiano sugli scaffali

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L’olio extravergine di oliva italiano, simbolo del nostro lifestyle e pilastro dell’identità nazionale, sta affrontando una crisi senza precedenti. I dati parlano chiaro: questo prodotto d’eccellenza è in rapida diminuzione sui mercati, delineando scenari preoccupanti per un settore fondamentale.
Nonostante l’Italia sia riconosciuta a livello mondiale per la qualità del suo olio extravergine, infatti, il Paese consuma più di quanto produce. La produzione interna copre a malapena un terzo del fabbisogno nazionale, costringendo aziende e frantoi a dipendere massicciamente dalle importazioni. Questa situazione paradossale è aggravata da sfide strutturali come la Xylella, la siccità prolungata, eventi meteorologici estremi e una frammentazione dell’agricoltura, che hanno causato una drastica riduzione della disponibilità nazionale di olio extravergine d’oliva.
Il ruolo della GDO e il problema della contraffazione
Le incessanti promozioni della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) hanno trasformato l’extravergine in un mero strumento promozionale, un prodotto sottocosto utilizzato per attirare clienti, sminuendone il valore intrinseco. A ciò si aggiunge il grave problema dell’olio contraffatto: indagini recenti hanno rivelato la vendita di olio lampante come extravergine o di falsi ottenuti miscelando oli di semi di scarsa qualità con clorofilla e beta-carotene. Questi fenomeni non solo danneggiano l’economia del settore, ma mettono anche a rischio la salute dei consumatori.
La crisi dell’olio extravergine italiano non è però solo economica, ma anche culturale. Se l’olio scompare dagli scaffali, rischia di scomparire anche dalle coscienze, erodendo un simbolo della nostra identità, della biodiversità agricola e della storia delle nostre campagne. La competizione è feroce, con Paesi come la Spagna che mirano a conquistare silenziosamente il mercato interno italiano.
Le possibili soluzioni
Per affrontare questa emergenza, sono state proposte e attuate diverse iniziative. Si stanno introducendo valori chimici molto più restrittivi per l’extravergine e strumenti per la promozione del prodotto e del patrimonio culturale legato all’olivicoltura. Un disegno di legge mira a definire per la prima volta l'”Olio EVO 100% italiano di alta qualità”, con l’istituzione di un marchio che garantisca trasparenza e autenticità al consumatore. Si prevedono inoltre fondi per le aziende e un piano olivicolo nazionale.
Il futuro dell’olio extravergine italiano dipende dalla capacità di affrontare queste sfide con urgenza e determinazione, per evitare che un vuoto incolmabile si generi e diventi irreversibile.