Frode dell’olio di oliva: la truffa arrivata nella capitale che lede la salute dei consumatori
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Con il prezzo dell’olio d’oliva che ha subito un improvviso aumento, soprattutto per quanto riguarda la varietà extravergine, alcuni individui hanno deciso di sfruttare la situazione introducendo sul mercato una tipologia contraffatta di olio, offerta a un prezzo molto conveniente. Tuttavia, dietro questa apparente opportunità economica si cela una truffa che potrebbe anche risultare dannosa per la salute umana.
Un trend che ha evidenziato un’accelerata verso la fine dell’anno, quando il mercato, specialmente nei ristoranti, è stato invaso da olio d’oliva extravergine fasullo, venduto in stock al costo di 3 euro a bottiglia anziché agli 8/10 euro al litro della media attuale. I primi casi a Roma, addirittura con l’olio nocivo finito sulle tavole del ministero dell’Istruzione e del Merito, per poi arrivare fino a Napoli. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha disposto il sequestro di uno stabilimento industriale a Striano, dove l’olio di oliva contraffatto era sostanzialmente una miscela di olio di semi di girasole con aggiunta di sostanze coloranti come clorofilla e beta-carotene, confezionata in taniche e bottiglie con etichette contraffatte di marchi noti, ingannando così i consumatori facendo loro credere di acquistare olio extravergine d’oliva.
I Nas e la procura della Repubblica di Roma hanno avviato indagini su circa cinquanta ristoratori operanti nel centro storico, spingendosi fino a Fiumicino e ai Castelli Romani. A prima vista, aspetto e profumo di quest’olio non si discostano in modo significativo da quelli dell’olio d’oliva vero, a meno che non si sia esperti nel settore, ma il prezzo decisamente basso è un chiaro segnale di allarme. Anche in questo caso si tratta di una miscela di olio di semi di bassa qualità, declassificato per via dei suoi parametri organolettici e chimici, unito a clorofilla che ne altera il colore e beta-carotene che ne maschera il sapore.
L’indagine è partita dall’individuazione di un produttore clandestino operante in Puglia: seguendo la tracciatura delle bottiglie anonime vendute in stock nei ristoranti, i Nas hanno potuto dare inizio all’inchiesta, tuttora in corso. Resta da stabilire se l’olio d’oliva contraffatto sia stato esportato anche in altre regioni.